Viaggio ideale tra la musica classica e la suggestiva tradizione pastorale

Eccezionale occasione d'ascolto proposta dall'"Ensemble Barocco"

Quando la scrittura musicale colta scopre le sonate pastorali della tradizione orale. Davvero una rara e luminosissima occasione d'ascolto, quella proposta dall'Ensemble Barocco di Messina, che ha trovato in Gemino Calà un partner solistico ideale per il tema prescelto, viste le sue spiccate e talentuose frequentazioni con gli strumenti musicali pastorali, dal flauto di canna alla zampogna a paro. Un «viaggio tra la musica classica e la tradizione popolare» - come recita il titolo del programma di sala - per attestare, dunque, quel fecondo e ininterrotto, nei secoli, scambio di saperi e sentimenti di vita tra forme d'arte ed espressioni musicali di matrice agro-pastorali, funzionali ai diversi contesti cerimoniali festivi del Natale.

La pastorale, intesa come forma strumentale ad imitazione dei rustici strumenti a fiato, oltre gli altrettanti diffusi Dialoghi pastorali con parti cantate e recitate, conosce fra Seicento e Settecento, una straordinaria fioritura, attestata anche dai musici «forestieri» attivi nella Cappella musicale del Duomo di Messina, uno fra tutti Bernardo Storace.

A conferma dell'ampia diffusione delle pastorali nelle diverse scuole musicali italiane, ecco la raffinata impaginazione del concerto - a firma del suo primo violino e direttore artistico Antero Arena, e di Maria Assunta, al clavicembalo, impegnata anche in raffinate «riscritture» - che prende le mosse da quella di Antonio Lotti, firma eccellente in ambito veneziano, contrappuntato dalle improvvisazioni al friscalettu ( flauto diritto di canna di taglio tonale medio-basso), molto rispettose del tema originario. Un cammeo barocco, poi, la Sonata da chiesa a tre op. VIII n. 4 di Tomaso Giovanni Albinoni, altra figura di spicco della civiltà musicale veneziana. A rinsaldare i legami profondi con la tradizione peloritana la Pastorale messinese, rivisitata al flauto, da par suo, da Gemino Calà, su un «fondale» di archi dai colori agresti.

Di classe superiore poi, e siamo in area bolognese, il Concerto in forma di Pastorale per il Santissimo Natale op. 8 n. 6, di Giuseppe Torelli, altro insigne compositore, tratto dalla raccolta dei Concerti grossi, pubblicata postuma. Elegante e di grande comunicativa, lontana dagli abusati cliché parafolklorici, la Tarantella siciliana spumeggiante e irresistibile affidata al flauto e alla zampogna di un ispirato e virtuoso Gemino Calà. A guidare il concerto verso le melodie classiche del Natale, il delicato Canone di Pachelbel. Ed ecco Astro del Ciel, di Gruber; il Cantique de Noel e Bianco Natale, di Adam, e nel segno della festa e della danza, a chiusura, l'irresistibile Czarda di Monti, con uno strepitoso Gemino Calà ai flauti. Consensi calorosi e ampiamente meritati lungo il ciclo di ben cinque concerti (Messina, Serro-Villafranca T., S. Agata M., Taormina e Siracusa), per l'eccellente Ensemble Barocco di Messina, di cui fanno parte, oltre ai citati, Arena, Munafò e Calà, Joseph Arena (violino), Rosanna Pianotti (viola), Mirko Raffone (violoncello) e Salvatore La Rosa (contrabbasso).

Mario Sarica
Gazzetta del Sud 19 Gennaio 2012.