La memoria dei suoni e delle voci

Ciuri Ciuri Jazz con Santi Scarcella

Una fusione tra la musica della sua Sicilia e il jazz che è la voce più autentica d'America

"Ciuri ciuri jazz", uno dei programmi di questa inesausta estate romana, presentato a Villa Celimontana, un luogo magico fra i pini profumati che riflettori invisibili accendono di blu e le basiliche che assistono in lontananza e si imbevono di suoni.

Ma questa sera è speciale. C'è Santi Scarcella, nelle sue improbabili scarpe di pitone smeraldino, pronto a cantare la sua Sicilia, paesaggio della memoria, nella finzione scenica, rivisitato attraverso la musica jazz. Lo fa sotto le vesti di un americano che l'ha portata nel sangue e custodita fin da quando il bisnonno Mimmo, pescatore del mare di Cefalù, non s'era imbarcato con il suo fagottino di speranza lasciandosi dietro una terra amara ed amatissima in cerca di fortuna. Lì poi aveva conosciuto Marisella, radiosa come le Vergini delle edicole, e s'era formato il suo futuro. Il nonno che rievoca è Gianni Agrò. Accanto a lui l'attrice brillante Ilaria Giorgino, la futura suocera del musicista (nella finzione scenica).

Musicista, Santi, che vuole giocare su due fronti: le memorie dei suoni della sua terra e il jazz che è la voce più autentica d'America. Questo è il tessuto narrativo dello spettacolo "Ciuri ciuri jazz", che vede in scena lo stesso Scarcella (piano, voce e direzione) e poi ancora Israel Varela, batteria e percussioni, Maurizio Rolli, basso e contrabbasso, e ancora Gianni Smiroldo, fisarmonica, Antonello Sorrentino, tromba e flicorno, Gian Piero Lo Piccolo, sax alto e soprano e Gemino Calà che ci sa fare con marranzani, zampogne, "friscaletti" (flauti di canna acutissimi) e che si inventa anche gli strumenti perché vuole un certo suono tutto suo.

L'ha fatto con un manico di scopa cavo che porta da un lato un flacone di shampoo Panténe.

La scaletta musicale è degna dell'assunto: risuonano naturalmente le note di Ciuri ciuri, vertiginosamente accelerate come una cascatella di petali in una tempesta tropicale: sono occasione per esaltare l'estro degli artisti sul palco, le loro improvvisazioni fortemente colorate di virtuosismo.

Ma ci sono anche brani nuovi come "Mimmo, mimmo" che racconta la storia del bisnonno, e naturalmente anche un brano dal titolo "Marisella" o composizioni come "La Samba della Coppola all'insù", dove la mistificazione e la contaminazione arrivano ad uno strano sposalizio fra matrice siciliana, il Brasile di samba e bossanova e il cha cha cha.

Proseguendo il suo intervento Santi Scarcella come un buon chirurgo estetico fa innesti di linfa nuova in brani storici, ad es. ci sono le note di "Vitti 'na crozza", abilmente camuffate da un diluvio di suoni che le traversano e le velano, perché solo chi le conosce le possa riconoscere e ci sono cantilene infantili della Sicilia arcaica come "Luna, lunella", un po' invocazioni, un po' gioco ritmico vocale che parlano con linguaggio nuovo. La contaminazione avviene però nei due sensi ed è ad es. il ritmo di tarantella siciliana, suonata in modo indiavolato a prevaricare la voce degli strumenti e tutto trionfante spargere intorno una frenesia che si impadronisce dei piedi e delle spalle del pubblico che si ritrova in accenni quasi involontari di ballo.

A questo stesso pubblico, gli organizzatori hanno riservato dei banchi di degustazione con un insieme di prelibatezze dell'alta pasticceria siciliana, fra cui i celebri cannoli di ricotta o di pasta di pistacchio di Bronte, le mandorle della Valle dei Templi, il cioccolato di Modica, i canditi palermitani, e i rinomati sorbetti della tradizione, gelsi, mandorle e limoni, che una volta si facevano con le nevi dei monti portate a valle e in città avvolte in grandi sacchi di sale. Tutto è prodotto con manodopera e ingredienti originari della Sicilia nella catena di pasticcerie che si chiama "Ciuri Ciuri", come lo spettacolo; pasticcerie che hanno colonizzato la città, allocandosi quasi in ogni quartiere. Un aiuto in più a determinare il successo della serata che non ha tralasciato la rilettura di brani storici dell'old jazz come il celeberrimo "Caravan" di Duke Ellington, di cui esistono alcune centinaia di versioni, ma che nella orchestrazione di Scarcella si riempie di uno straordinario vitalismo, e gareggia alla pari con le più note interpretazioni jazzistiche.

Lo spettacolo ha anche un ospite straniero, un kuwaitiano che si chiama Kamal Moussallah e suona una versione elettrica dell'oud, strumento simile alla chitarra, di antica origine persiana poi rivisitato e esportato dagli Arabi nel mondo intero. A completare il già ricco palcoscenico anche un nutrito gruppo di giovani venuti dall'isola a far festa insieme. Da "Ciuri Ciuri" è stata ricavata dall'etichetta We Live una registrazione dal vivo che è il primo disco della Band che sarà fruibile in stickcard, una pennetta che ha soppiantato il CD rendendolo di colpo obsoleto.

Franzina Ancona
Villa Celimontana, 14 luglio 2011 (Roma)